Essere danzatore e intellettuale nell'Ottocento: danza e scrittura di sé

Autori

  • Rita Maria Fabris Università degli Studi di Siena

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2036-1599/4978

Abstract

 

Gli studi comparativi, ancora poco frequentati dalle ricerche sulla danza, procedono all’articolazione dell’influenza di un “classico” in un repertorio di forme d’incidenza e di modi di ricezione. In questa prospettiva analizzeremo criticamente il canone della danse d’école e la sua influenza sulle esperienze pedagogiche e rappresentative di Carlo Blasis (1795-1878) a Milano e di August Bournonville (1805-1879) a Copenaghen, nel tentativo di individuare i rispettivi processi di appropriazione e di rielaborazione culturale di tale ideologia del corpo danzante, a partire dall’analisi di come si è costruita l’identità del danzatore intellettuale ottocentesco attraverso la dinamica delle relazioni personali e sociali, nazionali ed internazionali, che si riflettono nella scrittura di sé e della danza all’interno del panorama del primo Ottocento, alla ricerca di un proprio spazio e di riconoscimento nella cultura intellettuale.


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Pubblicato

2015-03-26

Come citare

Fabris, R. M. (2015). Essere danzatore e intellettuale nell’Ottocento: danza e scrittura di sé. Danza E Ricerca. Laboratorio Di Studi, Scritture, Visioni, 7(6), 65–75. https://doi.org/10.6092/issn.2036-1599/4978