What Choreography Can Do in a Museum
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1599/11856Abstract
Partendo dalle domande: «Cosa può fare un corpo in un museo?» e «Come esso distribuisce e media diverse forme di conoscenza in un’istituzione di economia dell’esperienza?», il saggio sposta l’attenzione su cosa una coreografia possa fare in un museo. Elemento cruciale è il coreografare le relazioni come un modo per assembrare e creare una sfera pubblica. L’autrice analizza tre lavori coreografici sotto gli aspetti di monumento pubblico, di eredità incarnata e del bisogno di contestualizzare. Si domanda come quest’ultimo possa essere soddisfatto andando oltre l’uso logocentrico del linguaggio, che pone la danza nella posizione subordinata di arte silente, affermando, infine, che le istituzioni debbano essere luoghi di pratica a lungo termine, dove creare condizioni specifiche per la danza e per i suoi bisogni al di là di un sistema meramente commerciale.
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