La forma sonata coreografica ne “Il Regno delle Ombre” de “La Bayadère” di Marius  Petipa rivelata negli scritti di Fëdor Lopuchov

Marta Mele

doi:10.6092/issn.2036-1599/18751

Autori

Marta Mele Università di Roma “La Sapienza"

Laureata con lode in Studi Letterari e Linguistici all’Università La Sapienza di Roma, si è perfezionata in Storia e Teoria dell’Arte Coreografica presso l’Accademia Vaganova di San Pietroburgo. Per la casa editrice Gremese ha tradotto dal russo l’autobiografia di Natalia Makarova ed ha curato l’edizione italiana de I Cigni del Cremlino di Christina Ezrahi. Dopo aver partecipato a due conferenze dedicate al bicentenario della nascita di Marius Petipa, ha vinto il concorso di Dottorato in Musica e Spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma (34° ciclo, tutor Prof. Vito Di Bernardi). Dalla sua tesi dottorale dal titolo Il balletto a Leningrado tra avanguardia e ideologia sono stati tratti due saggi per la rivista scientifica «Biblioteca Teatrale».

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2036-1599/18751

Abstract

Interrogandosi sulla definizione del balletto La Bayadère quale espressione del «più puro classicismo ottocentesco» (Marinella Guatterini), l’autrice del saggio si propone di indagare la formula precisa di tale spettacolo. Dopo aver menzionato i risultati di recenti testi e convegni, l’attenzione si concentra sugli scritti del teorico e coreografo sovietico Fëdor Lopuchov. Se nei commenti ai materiali preparatori di Petipa egli opera una distinzione tra il vertice lirico e quello drammatico del balletto, nel libro Le rivelazioni coreografiche (1972) Lopuchov paragona la coreografia de Il Regno delle Ombre a una forma sonata di movimenti indirizzata alla vista e adatta a rivelare il contenuto interiore del balletto.