Understanding dance and its non-human agency in Ekman’s “A Swan Lake”

Autori

  • Martina Cayul Pontificia Universidad Católica de Chile

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2036-1599/20943

Abstract

Questo articolo esamina A Swan Lake (2014) di Alexander Ekman alla luce dei nuovi materialismi, tra cui un lago di 6.000 litri sul palco che ridefinisce il movimento e la narrazione del balletto. Rifacendosi al concetto di intra-action di Barad (2003) e alla nozione di thing-power di Bennett (2010), il film esplora l'acqua come agente attivo che trasforma le tecniche e le esperienze somatiche dei danzatori. La prima parte parodia l'eredità del Lago dei cigni, combinando l'ironia con la conoscenza scientifica del comportamento dei cigni. Il secondo atto esplora l'imprevedibile materialità dell'acqua e offre nuove possibilità coreografiche. Ekman offre una prospettiva postumanista che integra la materialità umana e quella non umana.

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Pubblicato

2024-12-17

Come citare

Cayul, M. (2024). Understanding dance and its non-human agency in Ekman’s “A Swan Lake”. Danza E Ricerca. Laboratorio Di Studi, Scritture, Visioni, 16(17), 139–158. https://doi.org/10.6092/issn.2036-1599/20943

Fascicolo

Sezione

Studi