Gesti convenzionali e arte mimica nell’Ottocento italiano
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1599/4979Abstract
Il saggio vuole ripercorrere brevemente il tema e le metodologie che ho affrontato nella mia ricerca di dottorato. Si analizzano, prima, i presupposti teorici che sottendono la nascita del balletto pantomimo e la riscoperta della pantomima classica. Si delinea, poi, il panorama artistico e culturale delle due città italiane prese in esame, Milano e Napoli, per cercare di definire, dal punto di vista didattico, l’insegnamento della pantomima nelle due maggiori accademie italiane, quella del Teatro alla Scala di Milano e del Teatro di San Carlo di Napoli. Per concludere, vengono catalogati i pochi riferimenti a quest’arte contenuti nei trattati e documenti riguardanti la danza dell’Ottocento italiano (Carlo Blasis, Vincenzo Buonsignori, Giulio Pompeo Ferrario), mettendoli a confronto con i maggiori trattati di mimica per attori (Giovanni Emanuele Bideri, Antonio Morrocchesi, Angelo Canova, Alemanno Morelli) e cantanti d’opera (Manuel Garcia, Fernando Pelzet, Leone Giraldoni, Serafino Torelli, Enrico Augusto delle Sedie), al fine di analizzare lo sviluppo dell’espressività gestuale nel corso dell’Ottocento e il diverso utilizzo che ogni interprete fa del mezzo mimico espressivo.
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