Play Dead/Fare il morto: danza, musei e le “arti basate sul tempo”

Autori

  • Marcella Lista  

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2036-1599/7671

Abstract

Questo saggio esamina alcune recenti mostre di danza incentrate sul coinvolgimento teorico di coreografi appartenenti alla cosiddetta “danza concettuale”. Importanti progetti museali concepiti da Boris Charmatz, Xavier Le Roy e La Ribot hanno proposto delle sperimentazioni in cui sia la questione aperta della storia della danza e della performance sia la possibilità che il pensiero coreografico sono entrate in contatto con le forme dell’allestimento espositivo. D’altro canto, questi artisti hanno sollevato ulteriori questioni su come i danzatori e i coreografi affrontano la questione del patrimonio e della sua trasmissione; a questo scopo sono discussi esempi di performance di Richard Move e Jérôme Bel. Il saggio considera questi slittamenti all’interno dell’ipotesi di museo della danza che attualmente sta stimolando una più ampia critica alle “arti basate sul tempo” (un termine coniato nell’ambito della preservazione museale di film, video e nuovi media) e alle nuove configurazioni dello spazio espositivo legate al tempo.

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Pubblicato

2017-12-29

Come citare

Lista, M. (2017). Play Dead/Fare il morto: danza, musei e le “arti basate sul tempo”. Danza E Ricerca. Laboratorio Di Studi, Scritture, Visioni, 9(9), 11–35. https://doi.org/10.6092/issn.2036-1599/7671

Fascicolo

Sezione

Studi