Il movimento scenico nel teatro sperimentale degli anni Settanta
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1599/17682Abstract
Gli anni Settanta del teatro italiano sono caratterizzati da una forte tensione verso la performatività che mette in discussione il codice scenico rappresentativo. In tale contesto viene ridisegnata la funzione del corpo come presenza scenica. Centrale diventa, infatti, il movimento, inteso come azione del corpo nello spazio. Significativo, al riguardo, è quanto accade nella post-avanguardia e, in particolare, con il lavoro del Carrozzone di Federico Tiezzi e con la Gaia scienza di Giorgio Barberio Corsetti, Marco Solari e Alessandra Vanzi. In questo caso si ha una azione non referenziale che si risolve in una vera e propria coreografia che da un lato tende all’astrazione, dall’altro alla soluta concretezza dell’atto scenico. Il movimento è trattato, infatti, come scrittura analitica di un’azione fisica, attraverso un sistema di gesti che mette in relazione corpo e spazio.
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